lunedì 28 settembre 2009

Indagini scientifiche "poco scientifiche" (1)

Non smetto mai di stupirmi, ma forse è un limite mio, di come a fronte di una pretesa scientificità di un metodo di indagine le conclusioni a cui si può pervenire sono così diverse. Di come un organo di indagine accreditato come il RIS, sembri (e sottolineo sembri) cadere nell'errore di perseguire invece che una ricerca con metodi scientifici e come tali oggettivi della Verità, invece cada pesantemente nell'errore di cercare "soggettivamente" la dimostrazione di una teoria accusatoria a senso unico.
E' di oggi la notizia che una super-perizia, richiesta dal GIP nell'ambito del procedimento per l'omicidio di Garlasco, abbia portato alla confutazione di molteplici punti della teoria accusatoria della procura della repubblica avvallata da un documento di quasi 250 pagine prodotto dal RIS.
Ma in passato abbiamo avuto anche i discussi casi relativi al delitto di Cogne (seppur con una scena del crimine terribilmente contaminata) ma anche delle prove 'corrotte' da un perito per accusare, ancora una volta l'unico sospettato di essere il mitico 'unabomber'.

A questo punto credo sia legittima la domanda: ma la ricerca scientifica su una scena del crimine cerca tutte le possibili tracce, i segni oggettivi delle dinamiche che in quel luogo si sono drammaticamente svolte o tiene conto solo degli elementi che portano sostegno alle tesi accusatorie ?

Perchè se fosse vera questa seconda ipotesi, è legittimo il dubbio sul fatto che in assenza di una confessione o di un quadro probatorio avvallato da un arresto del colpevole colto sul fatto...
...in realtà la presunzione di colpevolezza diventa estremamente aleatoria.